domenica 15 gennaio 2012

Sposarsi uccide il matrimonio


Quando si è innamorati cotti è il momento peggiore per sposarsi.

Non c’è niente che ottenebri di più il cervello come l’amore e poiché (teoricamente) il matrimonio dovrebbe durare tutta la vita, con la mente ottenebrata dalle pulsioni più irrazionali del mondo, risultiamo tutti dei dementi, incapaci di vedere la realtà così come realmente è,  ma solo in una versione geneticamente modificata.

I nostri avi questo l’avevano capito perfettamente; infatti ai loro tempi i matrimoni erano tutti combinati. Ci si sedeva  a tavolino e se lui era vecchio e ricco e lei giovane  e povera il matrimonio sarebbe partito con ottime premesse.
Prova ne sia che quei matrimoni duravano una vita intera. Chi dice che la durata era strettamente legata alla mancanza del divorzio, è un malpensante.

Inoltre, se qualcuno non avesse pensato a combinare il primo matrimonio della storia, noi non saremo qui, e mi riferisco ad Adamo ed Eva.

Ma oggi, escludendo i matrimoni combinati e partendo dall’assunto che avvinghiati nelle spire dell’amore non possiamo essere assolutamente oggettivi, mi direte: ma allora quando è meglio sposarsi?

Credo che, per avere delle buone possibilità che il matrimonio duri più di un nano secondo, si debba aspettare quel momento esatto (non prima e PORCO CANE! neanche dopo)  in cui lui smetta di sembrare quel gran figo, affascinante, acuto e con gran senso dell’umorismo, e lei smetta di apparire dolce, sexy e un po’ geisha.

Il guaio è che, affinché si giunga a questa folgorazione, ci si deve necessariamente sposare.